giovedì 24 settembre 2009

il sole in faccia e noi due che ridiamo. Forse per te spegnerò anche il televisore. Io ho fatto quello che potevo. Se dovrà succedere qualcosa spero accada. spero che questo piccolo sogno si avveri. mi sentirei soddisfatto. e ti amerei ancora di più. perchè tutte queste tragedie psichiche e mentali mi hanno permesso di ferirmi a tal punto di farmi credere.

martedì 15 settembre 2009

sporcare le mani

Sporcare le mani per nessuno motivo. Sporco le mani con il muco nasale che non si sa perché ti esce sempre quando piangi. E non lo saprai mai. Senti il sale che ti si attacca sulle guance. Che ti si attacca sulle dita. Che ti si attacca in mezzo agli occhi. E ti si formano le caccole. E smoccolarsi sulle mani e pulirsi sui pantaloni perché ce ne siamo sempre sbattuti dei panni puliti. NOI. Ce ne siamo sempre sbattuti dei vestiti stirati messi per bene nell’armadio. Li buttiamo li dentro alla cazzo e indossarli non stirati. E sarebbe quasi ora che mi dia una lavata non sopporto il secco sul corpo. intanto ascoltiamo i Sigur che fanno sempre bene.

lunedì 14 settembre 2009

la testa bomba.

Mi pendola solo una mano che è pronta a cadere. Poi nemmeno è la fine. Non lo è, e non lo sarà ancora. E non interagisco e non mi influenzo a tal punto di commuovermi. Sarà che mi odio cosi. Sarò allergico a me stesso. sarò un collo da scrocchiare fra le tue dita. Sarò probabilmente un vaso da buttare dal ventisettesimo piano di un grattacielo che cade sulla mia stessa testa. Sono io che non peso quasi niente, e sono io che però impedantisco tutto. Mando a random un'unica traccia sul cd. Mando a lacerare le tue schiene. Mando a far bruciare le foto. È che ci piace cosi. Sorridenti ai scatti di un flash. E magari nemmeno ci serve sorridere. E nemmeno ci serve quello che ci facciamo. Io sento la differenza. E io sento che è inutile tutto. Come il tipo della bandiere rinchiuso nella stiva e fatto morire dentro. Io son contento di vedere meno gente possibile. Avere il minimo tutto contato. E averlo con chi voglio. E che spesso non do. Il fatto è che vi voglio troppo. È troppo che è troppo. Sono sempre del parere che tutto prima o poi stagna. Ma io non voglio farlo. Innesco elettroni schiaccio bottoni esplodo emozioni mando ai manicomi.

giovedì 3 settembre 2009

questo perchè è arrivato settembre

Emotivamente di-strutto, fatto a pezzi. saremo degli avanzi per i lombrichi. Le corde della chitarra che per accordarle saltano fino a far bucare il sole. E ti rimpiangevi le mani. E i fogli sul PC non li posso accartocciare. e facevamo sogni tranquilli mentre ci addormentavamo vedendo Omen. seminare lacrime per far crescere il mare? E mi hai promesso che mi avresti fatto da ombrello e da lampione d’inverno. E intanto ritorneremo a diventare oscillatori. Andremo a dormire in una bustina, una di quelle bustine dove si congela la carne. tu vorresti ma non puoi, e non rimane che tirare lo sciacquone dell'acqua. E le grate disarcionate?. Quelle che saltavamo come le preparazioni dei centometristi con gli ostacoli. Cosa ingarbugliamo? pianificazioni di schizzi su delle manovre apparenti. E il paffuto cuore ci fa da cronometro attenuato. Ci hanno foderato come i cuscini, come ci hanno foderato le costole con della pelle. E stavamo ammattendo che era vero. scortami fingendo di avere una rivoltella dietro il culo. pallido soffitto colorato a cielo stellato. Dove con dei pennarelli indelebili bianchi avremmo scritto le nostre frasi. Dove cosi avremmo potuto dire veramente che saremmo stati scritti nelle stelle. Suona troppo bene per questo non mi ha mai convinto quel motivo. riferiremo tutto alle ronde e ci faremo spedire in una casa di detenzione. Ovvero ci porteranno nelle nostre case. E ricominceremo ad andare a puttana. E le congratulazioni per le tue condoglianze. E le cicche le tiravamo dalla finestra facendo attenzione a non colpire qualcuno di sotto. E il catarro lo sputavamo dalla finestra sulle spalle dei spazzini, sui tiratardi che corrono con i motorini, sui cruscotti delle Lamborghini, sui spacciatori coglioni, sui carabinieri, sulle linee dei parcheggi, sui balconi dei vicini del piano sottostante, sui negri che vendono i calzini che sono sempre buoni, nelle tazzine con il cappuccino nemmeno zuccherato. Questo per dire cosa? Che sputiamo su tutto. Sputiamo anche nel piatto in cui mangiamo. Questo perché è arrivato settembre. E nemmeno lo abbiamo sentito. Si infila come il freddo invernale senza vita, (perché l’inverno è senza vita) nelle ossa. giocheremo a scacchi via cavo telefonico, del tipo ti chiamerò e dirò: alfiere in H 9. Se esiste.

martedì 1 settembre 2009

dormono belli e paciosi

Dormo o no su quel divano dormono. Mi gratto il naso perché mi prude, mando lo sguardo su di loro e dormono. Dovevamo vederci un bel film ma sono andati a vederli meglio dentro la loro testa. Manca solo che sbavino sui cuscini, Edoardo strafuso di sostanze chimiche allungato su un pezzo di divano, Valentina sotto effetto di birra vino e canne con la testa sul culo del suo diletto, e il suo diletto Tommaso sdraiato a sua volta con il cuscino da culo. E rido. Ho mangiato del buon cocomero. E ora iniziano a russare. Diventerete tutti più orridi quando vi sveglierete, vi toglierete le caccole dagli occhi. E vi strofinerete le palle. O che. Il sonno mi assale ma preferisco farvi dormire. E forse è meglio cosi. Tanto che mi resta da fare domani? Quello che mi resta da fare tutti i giorni. Non ho. Ed ho un non. E mi sorride il cuore a pensare che scrivo queste cose. Io ho una fottuta pagina internet tipo diario con il lucchetto. E cazzo se rido.. ma come tutti i diari le cose si ripetono, cioè teoricamente no.. il diario racconta giorno per giorno la nostra vita.. sembra che la mia non cambi, e perennemente dissociata da quella che vivo. Ok. Cosa faccio nel giorno cosa scrivo del giorno, della notte, di quello che mi succede di quello che faccio quando mi tolgo la maglietta prima di andare a dormire. Quando i gatti grattano alla finestra perché hanno fame. Cosa racconto. Nulla. Racconto i miei deliri scoppiati che vivono alla cazzo nel mio cervello, vivo alla cazzo. Se dio ci ha creati per vivere tutti alla cazzo. Allora vuol dire che fa bene bestemmiare. Non prego un dio padre ogni potente perché sarebbe inutile. Non mi spinge nulla pensare che li su ci sia qualcuno che mi faccia stare paradossalmente bene. Sinceramente mi sono rotto le palle di fare le cose, di vedere le persone come non voglio. Non riesco a dire di no. Anche se la cosa più bella che può esistere sulla faccia della terra è dire no. Sempre i giri di parole che poi si tramandano i giorni e fai il finto tonto sparando massime su come far pensare meglio il tuo no. E intanto sudo e mi vado a togliere la magliette con John Lennon disegnato sopra che dopo puzza e domani non potrò mettermela. E mentre loro dormono mi fumo una sigaretta e taglio le rose da mettere sul divano. Bramo, sbaglio, etichetto ogni cosa e ogni persona, ogni cosa, sputo pensieri che non voglio, compero dagl’altri quello che non ho. è quello che mi riesce meglio come scrivere, suonare, cazzeggiare, fumare ed urlare cercando di azzeccare qualche nota senza stonare quello che sembrano gli accordi accordati di una chitarra o basso. Sono io che peso quasi niente. Sono io che impedantisco tutto. Impatto duro, gelido, sintomo di una generazione decadente. La NOSTRA. SEMBRIAMO UN PO' TUTTI TIPO ABORTI. O SIAMO TUTTI DEGLI ABORTI. OK. SIAMO DEGLI ABORTI.