martedì 13 ottobre 2009

ELISA E IL PUNTO G

vogliamo scopare più del dovuto. e ci rifugiamo nelle case abbandonate, facendo gli eroi con le vestaglie di seta e i vestiti del mercato, ci travestiamo e poi vomitiamo 21 volte nel bagno e una in giardino, tu mi tieni su i capelli e io ti tengo su la vita, chi si addormenta per primo è perso. perchè deve sempre arrivare la mattina? che poi scappare e scopare è la stessa cosa. Sempre quando piove si parcheggiano sotto il tetto del benzinaio, che tanto a Roma benzina, e acqua piovana sono la stessa cosa. adocchiare dal finestrino del bus appannato i sparti traffico e i ponti, che sono tutto cemento armato e ferro. Intanto i tizi riparano le cabine telefoniche. E le signore passano con i secchi e i stracci in pigiama per la strada con le ciabatte come se l’asfalto fosse un bagno asciuga. E almeno la mattina a colli albani si ride un po’, c’è molta comicità. Il pazzo la mattina urla e tutti ridono. Applausi per lui e le sue facce e i suoi denti gialli, e sui detti sempre molto educati “mignotteeeee!!! Puttaneeee!!! Damme sto giornale del cazzo!! Figlio de ‘na mignotta! Li mortacci tua!” sempre molto delicato. E alla fermata del 551 i vecchi sulle sedie a rotelle e un altro pazzo con un bastone in mano tipo eremita di dio a parlare da solo, forse a dire qualche parabola del cazzo. I magrebini vendono i giornali ai semafori.
È che oggi non ho dormito.