lunedì 29 giugno 2009

Rinneghiamo tutto. Rinneghiamo. Facciamolo.. Le serenate dislessiche e stonate che ti potrei fare al portone. Le serate che sarei potuto essere sotto casa tua. Che poi tu non saresti mai scesa. E le foto che non abbiamo fatto. Come le foto che mai ci consoleranno. Mi fanno male gli occhi. Mi fai male te. Mi piaceva l'idea che questo messaggio fosse quasi un documento, la fototessera precisa di un momento. Geograficamente e sentimentalmente sincero. In poche parole reale. Buone notti. Cercando di non andare a dormire alle 6’00. Pensando alle persone idiote e i loro film da trip mentali. E mi dico. Come possono certe persone infangare cosi inutilmente il loro cervello. Si insultano e si ribellano di loro stessi senza pensarci. le cose non cambiano si mutano, si evolvono, si trasformano gradualmente. Ma aimè non cambiano. Non cambiano. E il filo di rame per aggiustare gli occhiali. Non spalmarti sulla sabbia. Esplicitamente vi dico che vi ammiro. La vostra capienza mentale è più avanti della mia. Talmente avanti e cosi priva e piena di spensieratezza che vi ammiro. Il problema? Io non lo so. Sembra che le cose vengono, ti ridono in faccia, ti deridono, ti illudono, ti beffano, ti inducano a pensare cose che alla fine non sono. E ci caschiamo poi pensandoci arrivi alla conclusione che stiamo cosi correttamente fermi che nemmeno un terremoto potrà spostarci. E un giorno oltre a solcare i mari. Andremo a farci le foto nelle cabine per la fototessera. Per scappare con passaporti falsi. Per scappare. Più che altro io. Ma non scappare dalla vita reale che mi circonda ma scantonare molte cose ingiuste. Adesso ti direi. Io non credo. E non credo. Come tu non credi. E come tutti noi non crediamo. E in macchina con la testa ad occhi chiusi e le braccia fuori dal finestrino mi sentivo vivo, i 150 km/h di Emiliano erano quasi un piacere per le lacrime che mi uscivano dagl’occhi per il troppo vento ma mai come la pelle d’oca e il pianto dentro di me nella macchina di Tommy con canzoni effetto fumogeni lacrimogeni. Sempre ad occhi chiusi perché ad occhi chiusi puoi sognare. E vomitare. E scopare. E vedere il buio anche sotto il sole. O dormivamo ad occhi chiusi sull’asfalto con le mani da cuscino. Che poi personalmente toccare le mani di un’altra persona, sentirne la pelle sentirne il calore è qualcosa di perfetto, per questo non le tocco.

storie

E il nostro cuore vieni calcolato in kilobite. O come si scrive. E ora per te eccomi inciso sull’asfalto mentre sbratto e ti vomito addosso. Poi mi piace farti incazzare. Mi piace essere dio. Mi piace mettermi non sempre le camice. E forse sei un emozione. E forse ti metterei la testa nella sabbia per farti strozzare con la sabbia. Intanto sorseggiamo della buona birra offerta come sempre. E domani ci spelleremo a vicenda. E ci scoppieremo i punti neri sulle spalle. E gli occhi si faranno più chiari. E sembreremo più belli. E fumeremo le nostre sigarette sciape. E gli occhi che guarderanno i fianchi degl’altri mentre i mie guarderanno le merde dei gabbiani sui scogli. E i negri che ci vendono il loro sudore. E mangiare il cocco che non è mai bello venderlo. Avere i capelli stoppacciosi. E cercare di baciarti. E di baciarmi. Ma tanto che male fa. Basta baciare il mio riflesso. Sull’acqua di Anzio o Nettuno che al solo guardare mi vengono i funghi su tutto il corpo. Intanto i miei amici non parlano. E se parlano ogni loro cosa non mi convince. Ed è per te quello che faccio. Intanto i calci li abbiamo sempre presi e sempre li prenderemo. Intanto i bottoni si rompono. E le dita non riescono a mettere il filo nell’ago. E quindi finisce tutto. Poi chiameremo te per rattopparci. E quando siamo ubriachi tutto il mondo ci è simpatico e vedendoti tu non lo sei. E mi dici che ce l’hai con me. E io non ti capisco. Cosa è che ti ferma o mi ferma. Sei hai il rosso io non mi fermerò. Se hai il verde nemmeno. Sai che male c’è non abbiamo abbastanza palle per urlarcelo in faccia. Intanto in paradiso faranno tanti concerti. E dio se la spassa a mignotte come Berlusconi. E io? Io non ero dio? Io chi sono. Non ho te . e non ho me. I Diaframma dicono che IO HO TE. Ma non è mai cosi. Oddio! La ripetitività delle cose inutili e futili per la mia mente. Fa bene cazzeggiare e masturbarsi al sol pensiero. Qualcuno ha i sogni nella testa, e lo sai che mi fa pensare, a una scimmia sperduta in un intero oriente in mezzo ai giapponesi. E questa è una bella scimmiata. E sono storie. Lunghe storie. e se la gente non vuole che beviamo sarebbe meglio con non ci colino l’alcool. Noi siamo ancora capaci di reggerci litri e liti e ridi di vino.

E' per te

Che poi ci sono dei problemi nell’intreccio dei fili che non permettono la fuori uscita della mia voce dalle casse.. quindi spazientitevi pure ad aggiustarle. Non mi sentirete mai. I tuoi capelli incerti come me. Sono incerto come i tuoi capelli. E gli occhi rossi per le ore che parliamo sul computer. Le ore e i giorni che non dormo solo perché credono di avere ragione. Mettiamo pausa e mandiamo indietro il nastro. Che poi lo abbiamo anche smagnetizzato. Come è smagnetizzato il nostro passato. Intanto modello il pane per fare un anello di mollica. Ma la cosa è impossibile. Si secca e non si modella. Non arriverò mai. E non arriverai mai. Ho premuto troppe volte quello che sembrava essere il tuo occhio. Ma perché non ti sei mai fatta male? Perché non ti sei più girata? Tu ora come stai? Poi ci diranno di ricoverarci nella stessa clinica, cosi dicevano, che poi noi staremo nei ripostigli appesi come camice. Come camice mai stirate. Come quella che avevo ieri pomeriggio. E come quella che indosserò oggi. E come quella che indosserò domani. Domani è già ieri. E ieri è già domani. Il presente è già passato. E il futuro non esiste.