lunedì 27 luglio 2009

riscaldamento

Infondo io non perdo nulla. Chissà che cazzo hai dentro quella testa. Che cazzo sono io un cervello? Io sono un cervello. La mia spina dorsale costruita con dei lampioni. Chiede di essere piegata ancora. In tutti quei cazzi di momenti io chi cazzo ero? Forse hai troppa aria intorno. Forte dose. Forti dosi. Anche oggi. Arriveremo alla sera tranquillamente. Non lavorerò, per pochi soldi. Precari di tutto. Momentanee rotture di occhi, di orecchie, di cuore, di polmoni, di ossa. Paradossalmente penso con molta tranquillità a quello che posso fare. E non. Come sempre me ne sbatto. E me ne son sbattuto. Non resta che dormire e svegliarsi mangiare una bella fetta di pane e marmellata e vegetare davanti la chitarra. Sono stato affittato. Sono stato a noleggio. La locazione qual’ era? L’idea qual’era? E intanto mi sconvolgo. E mi piace. Cazzo se la peggio gioventù sei tu!! Cazzo se lo sei. Scappa pure. Riscaldamento. Cosa hai prodotto? Con una certa modestia mi parli come se niente fosse. Vedrai perdere tutte le tue guerre. fatti alzare. Svegliati. Abbiamo sputato troppe cazzate dal principio. Credo di fare cose giuste. Ma che cristo c’è piantato qui? “e il fegato non dimentica” gli accostamenti ecc.. porco dio. Erano i tuoi. Tutto sommato vi parlerò di tutto. Domani andrete agli aereoporti. Andrete e vi taglierete. Adesso io vomito un po’ di situazioni. E me ne do al letto. La mia stanza ha il mal di pancia. La mia stanza ha il mal d’aria. Cose inutili e futili al mio cervello. E cosa vuol dire. Anzi che stavo legittimo. Anzi che lo ero. Tu e i tuoi falsi deturpamenti. Ti dicevo buone notti perché non ci saremo mai più visiti. E dimmi che idea hai di questa festa. E dimmi che idea hai di questa insignificante festa. E tu che idea hai dei quadri di Monè. E logori che pervadono le mie sere. Questo è tutto ciò che resta della mia festa.