lunedì 27 settembre 2010

si ricomincia

Non nasce silenzio in questa vita. Ogni corpo anche se muto fa confusione. Non c'è serenità nemmeno di notte. Non c'è calma nemmeno nelle mie mani. Le finestre si sganciano verso il mondo più di quanto ci riescono le persone.. I nostri nervi sono da lanciare e nel nero della ore notturne ritrovarsi.. Permetti di non farci andare fuori mai da questa arma.. consenti che quel grilletto non autorizzi di uccidere persone.. La mia bassa capacità di esprimermi mi porta a ridere ossessivamente. E quelle persiane servono solo per scaraventare e non per aprirsi.. Serve una consiglio, una spinta in tutto, anche per la fine. Serve un cavo. Serve una forbice. Serve solo una figura per far quello che si vorrebbe fare. Serve testa. Servono vocaboli, termini, Parole che io a parole non conosco a fondo. Non serve sgrassare il mondo serve sostituire le menti. Gli organi suoneranno ancora e ancora.. Suoneranno marce nuziali e estremi saluti. Comunque sia faranno musica. Come io emetterò un suono per la vita e la nascita di nuovi strumenti, organi indispensabili. Fare delle farfalle. Fare un luogo silenzioso per le farfalle. Costruire una necropoli. Cercare di essere farfalle. E non volare. Ma cadere. Cercare di sollevare noi stessi nell'aria non è semplice. Come non e semplice convincersi di non poter svolazzare mai. Tutte le luci della mia metropoli mi fanno innamorare di essa, macchiata e scritta da noi. Scritta da tutti. Indicazioni da per tutto. Piena di tutti. Ma completa per noi due quando ci uniamo le mani per le strade nuvolose della mia città. Avere gli occhi secchi ma avere un temporale sui capelli. E poi volare. Correre. Corre alle spalle di questa strada che porta alla capitale. Rifarla tutta indietro. E aprirsi verso il mondo dalla finestra di camera tua. Dove anche se si vede poco basta per un immagine. E i fulmini saranno le nostre schiene rotte, buttate da Dio per farci gustare la vita per un’ eternità. Solo per un’ eternità. E quello basterà. Serve il momento e non si può sprecare ad incazzarsi. Era molto tempo che non avevo i piedi annaffiati dalla pioggia. Ed era tanto tempo che non avevo gli occhi secchi.. Ogni giorno è un’ esistenza, una vita.. La mia. Insieme a te. E se quest’ aria non basta ce lo faremo bastare. Siamo più antichi di quanto sembriamo. Se è vero che siamo tutti uguali.. Bèh dovremo cominciare ad esserlo. Comunque qui non piove più.

Ore 20:16 - Domenica 26 Settembre 2010

P.S.: A Roma gli autisti li chiamerei razzisti.