martedì 23 giugno 2009

è lo stato confusionale

prima di dire cose che non voglio te le scrivo qui. Su fogli del cazzo digitali per bestemmiare porco dio. Che poi non capisci. Perché non mi capisci? Io non mi spiego. Cos’è questo male che mi divora dentro. Lo stomaco. Le budella. La merda. Che poi darebbe meglio cacarla, sarebbe meglio dirle tutto in faccia. Poi amore, amore, amore e amore ancora. Che cosa devi dire, che cosa devi fare per amore? Dare la fregna dare il pisello. Dare il sentimento. Dare qualcosa. Io te lo metterei a pezzettini il mio cuore su un piatto d’argento ma io so che non lo accetterai. E ogni giorno il mio cure cresce sempre di più. e per non farlo esplodere te lo ripresento. Ci pregavamo sulle gambe, ti piangevo sui capelli cazzo! Sui capelli! È possibile che non lo vuoi capire. Ma non è per te. Camuffo sempre tutto. E intanto ascolto la poesia che Valentina mi ha letto. E piango per te. Cazzo io piango. E rifletto sulle lacrime che sono bagnate. Voglio del buon vino e non pensarci. Voglio te per non pensarci. E non passeremo questa mano nemmeno con una coppa d’assi. Dovremmo avere casse toraciche più grandi. Dovremmo avere fame. I nostri giubbotti anti proiettili contro questi alieni non funzionano. Siete dagli alieni. E paradossalmente non so cosa cazzo sta pensando la mia mente. E quindi vorrei dire una parola scontatissima che non vorrei dire: vaffanculo. È lo stato confusionale che ci fa sbattere la testa sulle piante spinose e grasse. È lo stato confusionale che mi dice quello che dovrei fare.