giovedì 11 giugno 2009

Non possiamo vivere di yogurt

Perché non possiamo. E saltare e ballare. E poi mi sento deformato di sentimenti e di spina dorsale. Lo sai. Io l’ho sempre saputo che i miei polmoni e i miei reni non sopportano più nulla. Ma non l’ho mai detto. Il mio mal di gola si spinge sempre più. Il mio mal di gola mi chiede asilo politico per non urlare più. Il mio cuore non è più un muscolo involontario e batte quando decido io. Vedere te che mangi, vedere te nei film, nei libri, nei pianoforti mi da l’ansia. Quando uno cerca di dimenticare ecco che torna. Sapevamo che quelle bambine continuavano a ballare a palazzo barberini. Sapevamo che sarebbe finita male. E le lacrimi di troppo che spesso e volentieri ci fanno straripare anche il vomito. Perché è un rigetto. Preferirei vomitare. Ed è come il mare. Ed è come la mia ansia. È come il prato. È come i miei meriti mai presi. Sono come i miei abbracci anche se non sembrano veri. Cercherò me. Non ci saremo mai più visti. Simbolicamente è cosi, ma perché ti vedo in ogni cazzo di cosa. Non mi piace. E sei il migliore. Sei la bramosia che è in tutto. E poi vediamo gli ippopotami solitari. Che bevono acqua per non morire. Le mie labbra secche e rotte dai mie denti. I cd regalati che non saranno mai ascoltati. Gli yogurt che ci nutriranno ogni giorno al pranzo. Gli yogurt che ci inacidiscono. Gli yogurt. Desidero fare qualcosa che non mi sfasci e non mi crepi dentro e fuori. Le occhiaie post dormita da autobus sono sempre evidenti. Mia sorella torna da scuola e mi dice:- cosa hai mangiato? io rispondo: yogurt.