domenica 29 marzo 2009

SIAMO PIOGGIA E SABBIA.

E non avrei mai voluto vedere quelle cose. Le polaroid il più delle volte fanno foto strane alle quali non è concesso nessun fotoritocco. Puoi offrirti da mia cavia per un fotoritocco? Poi siamo troppo impegnati per il PIU’ E PER IL MENO che tralasciamo ogni cosa. Disegnare ad occhi chiusi ti fa capire come il disegno può essere bello. Poi abbiamo continuato a sussurrarci le nostre frasi alle orecchie. Che poi i fiori regalati non saranno mai incatenati ai muri di casa tua, non sarai mai un fiore tu. Potresti incontrarmi e farmi del bene. Potresti ma non puoi. Ci mancheremo. Poi al telefono come se mi fossi vicino all’orecchio mi dici che mi donerai i tuoi organi migliori. Le nostre guerre mondiali sono fatte di 72 ore senza chiudere occhio. Che in fin dei conti 3 giorni svegli non è nemmeno tanto difficile, se hai con chi parlare. Metteremo in ripetizione le nostre vite, come i lettori cd fanno con i nostri dischi. Che il tempo passa, e oggi il tempo mi è saputo molto di elettricità. Solo per il motivo che oggi le nuvole erano a un punto tale da sfiorare la mia testa. Avremo ancora gente con cui amare qualcuno. Avremo possibilità di mangiarci anche le dita. E le mangerei. Poi il tuo dottore mi ha detto che non puoi donarmi organi, solo perché i tuoi dispositivi vitali sono i disordine. Mi raccontano che andremo in Russia a vedere cadere la neve. I rumeni a Colonna avevano le facce distrutte e il sangue che colava dalle sopracciglia. Il cemento serve, il cemento serve. IL-CEMENTO-SERVE. Le nostre difese? Non le conosco nemmeno io. I nostro occhi chiamano i tuoi capelli che mi entrano in gola. Ingoio i tuoi capelli e sputo palle di pelo come Zora. Mi racconterai tutto un giorno. I cani hanno le zampe sporche. La pioggia che bagna la terra le infanga. Un giorno ci butteremo nel fango e ci puliremo. Poi Amelie ieri-oggi ha avuto la meglio.